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Einstein, le api e la fine del mondo!

di Paola Maiolino e Karen Power

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

L’affermazione, erroneamente attribuita al celebre scienziato Albert Einstein, fece la sua comparsa, per la prima volta, nel 1994 in un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, per manifestare alle Autorità comunitarie lo stato di disagio dell’apicoltura. Nonostante l’attribuzione di questa frase ad Einstein sia stata ufficialmente smentita, continua ad essere utilizzata dai media per evidenziare le difficili condizioni in cui verte il mondo apistico e le conseguenze della eventuale scomparsa di questi indispensabili animali.

L’ape domestica (Apis mellifera) è principalmente conosciuta per i suoi prodotti, fra tutti il miele, mentre meno noto è il ruolo fondamentale che svolge in quanto insetto pronube. Data la sua distribuzione mondiale e la varietà di specie floreali, coltivate e spontanee, che è in grado di impollinare, l’A. mellifera può essere considerata tra le più importanti specie di insetti pronubi. Non bisogna tuttavia dimenticare il decisivo contributo apportato dagli altri insetti impollinatori, sia selvatici che domestici (bombi, farfalle e vespe); si stima infatti che circa l’80% del cibo presente sulle nostre tavole derivi in maniera diretta o indiretta dalla loro azione. Negli ultimi anni, il numero e la diversità di questi insetti, si è drasticamente ridotto e molti di questi rischiano di scomparire, mettendo a rischio la biodiversità e l'equilibrio ecosistemico che da essi dipende.

Ad oggi non è stata identificata un’unica causa per tale declino, ma sembra che sia dovuto all’azione concomitante di più fattori quali il diffondersi di patologie, l’indiscriminato utilizzo di pesticidi, i cambiamenti climatici, la diffusione di monocolture e la riduzione degli habitat naturali. Benché sia vero, quindi, che l’ape domestica ha visto ridurre il numero degli esemplari appartenenti alla propria specie, è anche vero che, contrariamente ad altre specie (api selvatiche e farfalle), non è “a rischio di estinzione”.

Questo però non deve esonerarci dal continuare a studiare le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni da attuare per rispondere alla grave crisi che le api e gli altri insetti im-pollinatori si trovano oggi ad affrontare.


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